mercoledì 10 gennaio 2018

I rischi della cosa artificiale

Quando si pensa ai rischi legati alle fibre artificiali viene subito in mente l'amianto (asbesto), materiale molto comune in natura, ma che diventa pericoloso dopo essere stato trattato, in quanto nel tempo le fibre si sfaldano e, diventando molto piccole, possono essere inalate dall'uomo, causando gravi patologie. Il sito friulanambientale.it spiega come mai sia nocivo:

"L’amianto è stato altamente utilizzato soprattutto nel settore edile, ma anche automobilistico, perché considerato ottimo per le sue caratteristiche di isolamento e resistenza al calore.
Da questi presupposti si è assistito all’uso dell’eternit, una miscela di cemento e amianto che però è da subito risultata altamente nociva.
Trattandosi di un materiale fibroso, con il tempo l’amianto si sfalda in fibre molto piccole e volatili che provocano infezioni alle vie respiratorie e tumori alla laringe e ai polmoni.
Le polveri contenenti fibre d’amianto, respirate, possono causare gravi patologie, l’asbestosi per importanti esposizioni nonché tumori della pleura, noti come  mesotelioma pleurico.
Gli amianti più cancerogeni sono gli anfiboli, e fra essi il più temibile è la crocidolite.
Il potenziale di pericolosità dei materiali contenenti amianto non è identico per tutte le tipologie di manufatti. La pericolosità dell’amianto è legata, come noto, alla maggiore o minore possibilità di rilascio di fibre, parametro influenzato dalla stato di conservazione del manufatto stesso.
E’ raro trovare oggi, a 20 anni di distanza dalla normativa di cessazione dell’uso dell’amianto, dei manufatti in ottimo stato di conservazione. Ne consegue quindi lapossibilità di rilascio di fibre proporzionalmente all’età del materiale.
Eseguire lavorazioni o frantumare manufatti contenenti amianto porta all’inevitabile rilascio di consistenti quantità di fibre."

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